San Pietro Barisano

La chiesa rupestre più vasta dei Sassi.

San Pietro Barisano ha la maggiore superficie tra tutte le chiese scavate nella calcarenite dei Sassi di Matera. Ma essa è anche un vero e proprio anello di congiunzione fra una chiesa tradizionale sub divo ed una chiesa rupestre. La maggior parte della struttura è infatti scavata nella roccia calcarea e presenta varie fasi costruttive a partire dal XII-XIII secolo. La parte esterna con la facciata è invece molto più recente (seconda metà del XVIII secolo).

San Pietro Barisano: facciata

L’interno, suddiviso in tre navate, è luminoso grazie anche alla presenza dell’ampia finestra quadrilobata al centro della facciata.

San Pietro Barisano: il saccheggio.

La cosa che appare immediatamente evidente è la lacunosità dell’apparato decorativo. Nelle nicchie delle cappelle mancano varie statue, quelle presenti si presentano spesso decapitate. Nessuno è risparmiato, né gli angeli, né S. Michele Arcangelo e nemmeno persino la Vergine annunciata; unica eccezione la rinascimentale Madonna della Consolazione, nella seconda cappella a destra.

In effetti con la Legge speciale del 1952 i Sassi diventano una città fantasma e i trafficanti di opere d’arte ne approfittano per saccheggiare i beni incustoditi. Il bel altare in legno intarsiato  (1771) che decorava l’abside non è stato invece sottratto ma si trova conservato nei depositi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata.

San Pietro Barisano: interno

San Pietro Barisano: un macabro rituale.

Alcune aperture rettangolari coperte da grate di ferro rivelano la presenza di suggestivi ambienti ipogei (putridaria). In queste stanze sotterranee, ancora alla fine del XVIII, si svolgeva un rito che soprattutto ai giorni nostri può fare davvero inorridire. In effetti, i cadaveri di preti e monaci vi erano calati per completarne la decomposizione. Esistevano infatti appositi sedili in pietra ove veniva portato a termine questo processo di purificazione, ritenuto necessario per la salvezza delle anime. Era un macabro rituale, piuttosto diffuso in tutta l’Italia meridionale e in particolare a Napoli e in Lucania.
Angelo Traverso