San Giovanni in Monterrone

La chiesa rupestre di San Giovanni in Monterrone (XII sec.) è collocata all’interno di un masso roccioso (chiamato appunto nel dialetto locale “monterrone”) all’estremità orientale del Sasso caveoso di Matera.

San Giovanni in Monterrone e Santa Maria de Idris.

La grotta che ne costituiva l’area cimiteriale divenne, nel corso del XIV sec., la chiesa di Santa Maria de Idris; le due chiese sono collegate internamente da un corridoio realizzato agli inizi del XIX sec.

Santa Maria de Idris presenta una navata unica, con una volta a botte che costituisce il prolungamento della grotta. Entrando a destra abbiamo la sacrestia con un lavabo sacro e l’apertura di una antica cisterna.

monterrone

Monterrone

Sul fondo l’altare ottocentesco sovrastato da una tempera rappresentante la Vergine col bambino: ai piedi vi sono due idrie (contenitori per l’acqua) oggi difficilmente riconoscibili. In effetti proprio la presenza d’acqua sarebbe all’origine del nome dato alla chiesa. Ovunque sono presenti segni d’atti vandalici, conseguenti all’abbandono dei Sassi.

San Giovanni in Monterrone: interni.

San Giovanni in Monterrone presenta ancora in gran parte l’impianto originario. A sinistra (entrando dal corridoio) il presbiterio sul fondo del quale vi sono resti degli arredi liturgici; al lato opposto vi è l’accesso originario alla chiesa (oggi è l’uscita).

Monterrone-affreschi

S.GiacomoePietro

Il ciclo di affreschi

Di grande interesse, il ciclo di affreschi risalente per lo più al XII-XIII secolo. Tra di essi abbiamo un trittico con S. Andrea, un giovane santo ignoto e S. Girolamo. Gli affreschi si presentano spesso picchettati; non sono atti vandalici ma è la tecnica usata per fare aggrappare un nuovo strato di intonaco. In effetti, questa era una operazione molto usata per “aggiornare” i cicli pittorici e sono ben visibili i palinsesti, ossia le sovrapposizioni di affreschi.

In una nicchia accanto il dittico ben conservato con S. Giacomo maggiore e S. Pietro benedicenti alla greca (foto in basso).

Essi si presentano con ancora le caratteristiche tipiche della pittura bizantina: fissità dello sguardo, espressione ieratica, preziosità degli abiti, ancora alla maniera dei Romani.

Angelo Traverso