Perché Matera era la vergogna d’Italia

In questo breve articolo vi racconto perché Matera era la vergogna d’Italia.

Una storia di sofferenza

A Matera, per millenni l’uomo ha utilizzato le grotte di cui erano pieni i fianchi della gravina calcarea per le sue esigenze quotidiane. La scarsità di acqua, nonostante la presenza di un magro torrente sul fondo del burrone, indusse gli abitanti a realizzare un complesso reticolo di canali e cisterne che garantisse un approvvigionamento costante. Per lungo tempo, la tenacia degli abitanti del luogo ha permesso loro di sopravvivere utilizzando al massimo le scarse risorse del luogo.

A partire dal 1663 e per oltre un secolo, Matera diviene capoluogo amministrativo della regione ma questo non migliora affatto la condizione di pastori e contadini. A partire da questo momento al contrario, tutte le risorse sono destinate alla realizzazione del Piano, il quartiere della nuova borghesia; i Sassi sono ridotti ad una sorta di ghetto la cui vista è quasi intollerabile. La situazione peggiora ulteriormente nel XIX sec. quando la concorrenza della lana australiana mette definitivamente in crisi l’economia agro-pastorale della città lucana.

Perché Matera era la vergogna d'Italia: Sassi

Perché Matera era la vergogna d’Italia: il racconto di Carlo Levi

Per comprendere le condizioni di vita nei Sassi alla metà del XX sec, più delle mie parole valgono quelle tratte dal libro di Carlo LeviCristo si è fermato ad Eboli“. In questi termini la sorella, durante una visita nel paese dove era confinato, gli descrive la condizione degli abitanti:

“Io guardavo passando, e vedevo l’interno delle grotte, che non prendono altra luce e aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette. Dentro quei buchi neri, dalle pareti di terra, vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Ogni famiglia ha, in genere, una sola di quelle grotte per tutta abitazione e ci dormono tutti insieme, uomini, donne, bambini e bestie. Così vivono ventimila persone.”

Il libro ebbe il merito di porre il problema all’attenzione dell’opinione pubblica; e così nel 1948 Palmiro Togliatti, leader del PCI, commentando le condizioni igieniche in cui versavano gli abitanti dei Sassi, li definì “vergogna nazionale”.

La legge speciale del 1952

La visita del Presedente del Consiglio Alcide de Gasperi a Matera nel 1950 si dimostrò decisiva. Si arrivò così alla LEGGE n. 619 del 17 maggio 1952,  nella quale si prevedeva il trasferimento delle famiglie in nuove borgate nel caso di ambienti dichiarati inabitabili.

Angelo Traverso