S. Lucia alle Malve

Le chiese rupestri materane.

La presenza di chiese scavate nella roccia è piuttosto frequente nell’area del materano; S. Lucia alle Malve è una delle più interessanti ed inoltre al centro del Sasso Caveoso.

S. Agata - iconostasi
S. Agata – iconostasi

Non è nota con esattezza l’epoca di edificazione del complesso; ad ogni modo agli inizi (IX-X sec.) la comunità femminile benedettina di S. Agata e Lucia lo abitò probabilmente fino al 1283. Il costante aumento delle monacazioni e l’insicurezza del luogo (all’esterno della cinta muraria) spinse in seguito le religiose a trasferirsi in un convento ai piedi della Civita; infine nel 1797 la comunità s’installò nella chiesa su Piazza Vittorio Veneto (presso la Fontana ferdinandea).

s. Lucia alle malve
S. Lucia alle malve-prospetto

S. Lucia alle Malve: interni.

L’interno di S. Lucia alle Malve si presenta suddiviso in tre navate. Quella sinistra e la centrale appartenevano alla preesistente chiesa bizantina, il che è avvalorato dalla presenza di molti elementi riconducibili al culto orientale. Alcuni blocchi dell’iconostasi (il muretto che separava il presbiterio dall’aula per i fedeli) sono stati reimpiegati per costruire un “focarile”; in effetti la crescente necessità di spazi abitativi nei Sassi spinse gli abitanti a occupare gli antichi luoghi di culto per le loro esigenze quotidiane.

Accanto a questa struttura troviamo due stupendi affreschi facenti parte della decorazione pittorica originaria: una Madonna del Latte (Galaktotrophusa) e un maestoso S. Michele, databili alla seconda metà del XIII sec.

s.lucia alle malve
Navata sinistra

La navata destra fu aggiunta nella prima metà del XIV sec. e probabilmente in origine costituiva una chiesa a se stante (in alcuni documenti si parla del complesso di S. Agata e Lucia).

santa_lucia_delle_malve_mt
Navata destra

La copertura rocciosa del complesso di S. Lucia alle Malve è caratterizzata dalla presenza di un sepolcreto d’età alto medievale; è ancora visibile il profilo di decine di tombe colmate con cemento all’indomani delle ricerche archeologiche.

Angelo Traverso